Tavola periodica interattiva

In rete si trovano tante tavole periodiche, una completa ma in inglese è segnalata con un link nella colonna di destra di questo blog: WEBELEMENTS . Un blogger, Alessandro Polla, ne ha organizzata una in italiano, particolarmente completa e interessante, per studenti e semplici appassionati: Tavola Periodica. Chiunque può verificare la possibilità, cliccando su un elemento, di ottenere notizie abbastanza complete sullo stesso: informazioni generali, caratteristiche fisiche e chimiche, cenni storici, disponibilità, applicazioni, spettri atomici di assorbimento e di emissione, immagini di minerali che lo contengono, effetti sulla salute e sull’ambiente.

In fondo alla pagina l’autore propone anche un tutorial per utilizzare al meglio il sito web. Un motore di ricerca interno permette di navigare tra i vari contenuti con parole chiave.

Un sito da provare, per lo studio o anche solo per curiosità. Tavola Periodica è ottimizzata per essere visualizzata con Chrome, Firefox, Safari, Opera, e con vari dispositivi: PC, iPhone, iPad, Smartphone, iPod. Da oggi il sito è aggiunto ai preferiti della colonna di destra. Credit immagine: imgfreak.net .  

tavola-periodica.jpg

 

La riforma della scuola è entrata in vigore oggi

science-art-300x200     Pubblicata sulla gazzetta ufficiale di ieri, la legge 107 del 13/07/2015 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” entra in vigore oggi.

L’intero testo sulla Gazzetta Ufficiale.

     Nel comma 7 dell’art. 1 ci sono gli obiettivi della legge: molto scarno il riferimento alle competenze scientifiche e matematiche.

… 7. Le istituzioni scolastiche, nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, individuano il fabbisogno di posti dell’organico dell’autonomia, in relazione all’offerta formativa che intendono realizzare, nel rispetto del monte orario degli insegnamenti e tenuto conto della quota di autonomia dei curricoli e degli spazi di flessibilita’, nonche’ in riferimento a iniziative di potenziamento dell’offerta formativa e delle attivita’ progettuali, per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari tra i seguenti:

a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all’italiano nonche’ alla lingua inglese e ad altre lingue dell’Unione europea, anche mediante l’utilizzo della metodologia Content language integrated learning;

b) potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche;

c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell’arte e nella storia dell’arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori;

d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilita’ nonche’ della solidarieta’ e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all’autoimprenditorialita’;

e) sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalita’, della sostenibilita’ ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attivita’ culturali;

f) alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini;

g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione, all’educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attivita’ sportiva agonistica;

h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all’utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonche’ alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro;

i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attivita’ di laboratorio;

l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e l’applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca il 18 dicembre 2014;

m) valorizzazione della scuola intesa come comunita’ attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie e con la comunita’ locale, comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese;

n) apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89;

o) incremento dell’alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione;

p) valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti;

q) individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialita’ e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti;

r) alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l’apporto delle comunita’ di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;

s) definizione di un sistema di orientamento. …”                     Credit immagine: www.livescience.com 


Nuova commissione parlamentare d’inchiesta sulle morti a causa dell’uranio impoverito

depleted-uranium-300x281     In questo blog c’è stato già qualche cenno sul problema dell’uranio impoverito e sulle patologie e le morti che questo elemento chimico ha provocato perché utilizzato per materiali bellici. Il Senato ha approvato l’istituzione di una nuova specifica commissione: “Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni”.

     La commissione ha due anni di tempo per fare chiarezza su un problema molto sentito dalle famiglie dei militari esposti a queste sostanze chimiche, soprattutto durante le missioni internazionali. Non si può ignorare però che a pagare il prezzo più alto dell’impiego di certe armi sono state le popolazioni civili delle aree interessate.

     Finora purtroppo non è stato accertato (almeno a livello politico) un nesso di causalità certo tra le patologie e le morti dei militari e le sostanze alle quali sono state esposte. Certe commissioni dovrebbero essere composte da tecnici e non da chi non ha competenze di patologie e sostanze chimiche.

     Una precedente commissione sullo stesso tema venne istituita nel 2006 e concluse il proprio lavoro nel 2008 con una relazione finale: http://www.peacelink.it/disarmo/docs/2537.pdf . Vi si legge che “ … le ricerche e i dati disponibili non consentivano di confermare, ma neanche di escludere, un possibile legame tra le patologie oggetto dell’inchiesta e l’esposizione all’uranio impoverito o ad altri agenti nocivi, …” . Nelle conclusioni “La Commissione prende atto dell’impossibilità di stabilire, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, un nesso diretto di causa-effetto (nesso di causalità) tra le patologie oggetto dell’inchiesta e i singoli fattori di rischio individuati nel corso delle indagini, con particolare riferimento agli effetti derivanti dall’uranio impoverito e dalla dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di metalli pesanti. Al tempo stesso, vista la obiettiva sussistenza di fenomeni morbosi anche in riferimento alla operatività di altre concause, legate in tutto o in parte ai contesti fortemente degradati ed inquinati dei teatri operativi in cui ha operato il personale militare italiano, ritiene che il verificarsi dell’evento costituisca di per sé elemento sufficiente (criterio di probabilità) a determinare il diritto per le vittime delle patologie e per i loro familiari al ricorso agli strumenti indennitari previsti dalla legislazione vigente (compreso il riconoscimento della causa di servizio e della speciale elargizione) in tutti quei casi in cui l’Amministrazione militare non sia in grado di escludere un nesso di causalità. Esprime il concreto auspicio che si prosegua sulla via dell’effettiva semplificazione delle procedure amministrative per l’accesso ai suddetti istituti, anche mediante una più ampia opera di informazione e di sensibilizzazione tanto nei confronti dei cittadini che delle istituzioni interessate. …”

     Probabilmente ci sono elementi nuovi, nuovi casi di patologie che hanno suggerito l’istituzione di questa seconda commissione per cercare di fare chiarezza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pericolosità dell’esposizione a determinate sostanze chimiche, utilizzate come armi, e sui loro effetti anche a medio e lungo termine.

Credit immagine: nuclear-news.net .

La chimica nella produzione della frutta

     Il 2014 è stato un anno con una produzione di frutta significativa per quantità e qualità in alcune regioni. Mi riferisco soprattutto alla produzione di mele che è aumentata molto in conseguenza dell’intensa fioritura di questi alberi. Ma la produzione di mele, pesche e nettarine richiede anche frequenti trattamenti chimici nell’arco dell’anno. I trattamenti proseguono poi dopo la raccolta, per molti tipi di frutta come mele e pere (pomacee), per permetterne la conservazione e preservarle dall’attacco delle muffe.

     Come se non bastasse, negli ultimi anni la pratica del diradamento, necessario per garantire frutti meno abbondanti ma migliori per dimensioni e qualità, che una volta era manuale, viene effettuata con prodotti chimici. Dal raschiamento manuale dei rami per far cadere una parte delle piccole pesche o mele in eccesso, che richiedeva esperienza e molto tempo, si è passati a metodi più sbrigativi grazie ancora una volta alla chimica.

     Però in alcune zone dove i frutteti sono molto estesi, le analisi chimiche ambientali hanno evidenziato l’accumulo e la persistenza di questi prodotti chimici e, all’aumentato benessere economico e sociale della popolazione, si è affiancato un aumento delle patologie causate dall’uso eccessivo di fitofarmaci, diserbanti, diradanti, …

     Bisogna avere il coraggio di ammettere che la produzione e l’acquisto di frutta “perfetta” nella forma, nelle dimensioni e nel colore hanno un costo ambientale che si traduce anche in una “cattiva” alimentazione che porta all’assimilazione di sostanze pericolose per il nostro organismo.

     Senza citare il nome del prodotto diradante a base di metamitron, durante lo scorso mese di maggio in alcuni distretti famosi per la produzione di mele, a causa di questo diradante chimico, c’è stata una caduta eccessiva di fiori e piccoli frutti, con una grave compromissione del prossimo raccolto autunnale e le lamentele dei produttori. Segnalo che il metamitron è stato utilizzato per decenni (e lo è tuttora) come diserbante (erbicida) e le piante lo assorbono sia per via radicale che attraverso le foglie. Oltre alla nocività in sé di certi prodotti e al rischio del loro utilizzo, mi chiedo se sono sempre effettivamente rispettati tutti i tempi delle pratiche fitosanitarie per ridurre i rischi per la salute dei consumatori. Dal punto di vista normativo, l’Italia in applicazione della direttiva CE 128/2009 e del D. lgs 150/2012 ha approvato il Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) che prevede ulteriori adempimenti per le aziende (che non sono affatto contente), una maggiore sicurezza per gli operatori che utilizzano questi prodotti e, si spera, un vantaggio importante per l’ambiente e per la salute dei consumatori. Se questo PAN si traducesse solo in ulteriori adempimenti amministrativi e vincoli per i piccoli produttori con aziende a conduzione familiare o coltivatori diretti, a vantaggio delle grandi aziende, allora se ne poteva fare a meno.

     Ad ogni modo le pratiche migliori sono sempre quelle di “lotta biologica” e “integrata” , più costose e forse meno efficaci, con frutti non sempre bellissimi, ma senza l’uso di prodotti chimici pericolosi o con un uso ridotto di prodotti fitosanitari selettivi e a minor rischio per l’uomo. La loro diffusione però è legata alle scelte dei consumatori: un frutto “perfetto” ha dei costi in termini di salute per chi lo consuma e chi lavora per la sua produzione, oltre all’inquinamento ambientale delle aree di produzione.