Legambiente: Report Mal’aria di città 2020

Smog-Torino     In un comunicato stampa di qualche giorno fa, Legambiente ha presentato il report sulla situazione dell’aria delle città italiane. Una situazione impietosa per alcune città, Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso che solo in questo mese hanno già registrato 18 sforamenti per le particelle PM10.
Considerando i dati dell’intero anno 2019 e dell’ultimo decennio, si dimostra un’aria irrespirabile in molte città per molti giorni dell’anno. Per i PM10 e l’ozono (O3), le città con la peggiore qualità dell’aria sono Torino, Lodi e Pavia, soffocate dallo smog sia d’estate che d’inverno a causa delle emissioni del traffico, del riscaldamento domestico, delle emissioni industriali e delle pratiche agricole.
La sigla PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata, piccolissime particelle) si riferisce ad una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato atmosferico, quel materiale che forma particelle microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore a 10 µm (nanometri, ovvero 10 millesimi di millimetro). Circa il 60% dei PM10 però è composto da particelle ancora più piccole e più pericolose, dette PM2,5, in grado di raggiungere ed essere assorbite dagli alveoli polmonari.
Per il 2019 in totale sono 54 i capoluoghi di provincia che hanno registrato valori di polveri sottili e di ozono superiori ai limiti stabiliti per legge. Un inquinamento dell’aria ormai cronico che minaccia la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente urbano. L’imputato principale è il traffico veicolare che crea un’emergenza smog pressoché costante a causa della scarsa circolazione dell’aria (assenza di vento) e delle scarse precipitazioni atmosferiche che potrebbero abbattere gli inquinanti.
Le sporadiche misure anti-smog, compresi i blocchi del traffico per alcune tipologie di veicoli (motori diesel, fino alla certificazione ambientale euro 5), producono scarsi effetti, non duraturi. Il report completo, con i dati e le città interessate da quest’emergenza dell’aria può essere scaricato da: https://www.legambiente.it/malaria-di-citta/ . Nella tabella alcuni dati sul numero di sforamenti dei valori di PM10 del mese di gennaio 2020, aggiornati al 21/01/2020, con i nomi delle città e delle località delle centraline. Crediti: https://www.legambiente.it/ . Sforamenti PM10 gen-2020

L’Universo è un immenso laboratorio chimico

The Orion Nebula and cluster from the VLT Survey Telescope     In un articolo apparso su Scientifica American qualche mese fa, Caleb A. Scharf descrive l’Universo come un immenso laboratorio chimico che ha portato alla formazione delle prime molecole biatomiche, quelle di idrogeno (H2) che hanno permesso la nascita delle protostelle prima e delle stelle poi. Stelle che si sono raggruppate in galassie, a loro volta riunite in ammassi galattici, come il Gruppo Locale costituito da una quarantina di galassie e a cui appartiene la Via Lattea, la nostra Galassia.
Fin dal 1937 si sa che l’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’Universo, presente in esso sia come atomi isolati sia in forma biatomica. Oltre che nelle stelle, da allora nello spazio interstellare sono stati scoperti vari ioni, radicali chimici e molecole: CH+, CN, OH-, NH3, tanto che nel 1968 si incomincia a parlare di una nuova branca dell’Astronomia: l’astrochimica. Da allora si ammette che anche nello spazio interstellare, nonostante la bassissima densità della materia, si possano generare ioni e molecole dalla combinazione chimica di due o più atomi. Queste molecole e ioni ovviamente non possono essere stabili nel tempo, certamente risentono dell’azione “distruttiva” dei raggi cosmici, del vento “stellare” (l’equivalente del vento solare) e dei raggi ultravioletti che permeano l’Universo. Una parte di queste molecole, ad esempio H2, si sono aggregate per gravità fino a formere le nubi interstellari. L’analisi spettale ha permesso di individuare con certezza decine di molecole interstellari e il sito statunitense del Laboratorio di Astrochimica della NASA presenta un elenco di oltre cento molecole, radicali e ioni individuati, costituiti da due, tre, quattro, cinque e più atomi. Numerosi tipi di molecole (OH-, CO, HCN acido cianidrico, CH3OH metanolo, H2CO formaldeide, CS solfuro di carbonio, NH3 ammoniaca, CN cianogeno, HC3N cianoacetilene) sono stati individuati da molto tempo anche nella Nebulosa di Orione.
Vedi anche: Il mistero del mezzo interstellare; Molecole del mezzo interstellare. Immagine Nebulosa_Orione, crediti: https://www.eso.org/. Interstellar molecules