Nuova commissione parlamentare d’inchiesta sulle morti a causa dell’uranio impoverito

depleted-uranium-300x281     In questo blog c’è stato già qualche cenno sul problema dell’uranio impoverito e sulle patologie e le morti che questo elemento chimico ha provocato perché utilizzato per materiali bellici. Il Senato ha approvato l’istituzione di una nuova specifica commissione: “Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni”.

     La commissione ha due anni di tempo per fare chiarezza su un problema molto sentito dalle famiglie dei militari esposti a queste sostanze chimiche, soprattutto durante le missioni internazionali. Non si può ignorare però che a pagare il prezzo più alto dell’impiego di certe armi sono state le popolazioni civili delle aree interessate.

     Finora purtroppo non è stato accertato (almeno a livello politico) un nesso di causalità certo tra le patologie e le morti dei militari e le sostanze alle quali sono state esposte. Certe commissioni dovrebbero essere composte da tecnici e non da chi non ha competenze di patologie e sostanze chimiche.

     Una precedente commissione sullo stesso tema venne istituita nel 2006 e concluse il proprio lavoro nel 2008 con una relazione finale: http://www.peacelink.it/disarmo/docs/2537.pdf . Vi si legge che “ … le ricerche e i dati disponibili non consentivano di confermare, ma neanche di escludere, un possibile legame tra le patologie oggetto dell’inchiesta e l’esposizione all’uranio impoverito o ad altri agenti nocivi, …” . Nelle conclusioni “La Commissione prende atto dell’impossibilità di stabilire, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, un nesso diretto di causa-effetto (nesso di causalità) tra le patologie oggetto dell’inchiesta e i singoli fattori di rischio individuati nel corso delle indagini, con particolare riferimento agli effetti derivanti dall’uranio impoverito e dalla dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di metalli pesanti. Al tempo stesso, vista la obiettiva sussistenza di fenomeni morbosi anche in riferimento alla operatività di altre concause, legate in tutto o in parte ai contesti fortemente degradati ed inquinati dei teatri operativi in cui ha operato il personale militare italiano, ritiene che il verificarsi dell’evento costituisca di per sé elemento sufficiente (criterio di probabilità) a determinare il diritto per le vittime delle patologie e per i loro familiari al ricorso agli strumenti indennitari previsti dalla legislazione vigente (compreso il riconoscimento della causa di servizio e della speciale elargizione) in tutti quei casi in cui l’Amministrazione militare non sia in grado di escludere un nesso di causalità. Esprime il concreto auspicio che si prosegua sulla via dell’effettiva semplificazione delle procedure amministrative per l’accesso ai suddetti istituti, anche mediante una più ampia opera di informazione e di sensibilizzazione tanto nei confronti dei cittadini che delle istituzioni interessate. …”

     Probabilmente ci sono elementi nuovi, nuovi casi di patologie che hanno suggerito l’istituzione di questa seconda commissione per cercare di fare chiarezza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pericolosità dell’esposizione a determinate sostanze chimiche, utilizzate come armi, e sui loro effetti anche a medio e lungo termine.

Credit immagine: nuclear-news.net .