Le armi chimiche

iprite     Nella storia umana sono molti gli anniversari di cui non essere fieri, come quelli delle guerre e dei genocidi che si sono susseguiti nei secoli in varie parti del pianeta. Tra questi episodi, bisogna ricordare anche l’utilizzo quasi cento anni fa della prima arma chimica sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale. Nel 1917 in Belgio, nella zona di Ypres, furono utilizzati su vasta scala gas chimici contro i soldati delle trincee: si trattava di tioetere di cloroetano, nome IUPAC “solfuro di 2,2 diclorodietile” (Cl-CH2-CH2-S-CH2-CH2Cl). Si tratta di un liquido vescicante e altamente  urticante, che persiste nel terreno una volta irrorato.

     La sostanza, dal luogo in cui fu utilizzata come veleno contro i soldati, venne chiamata iprite. Gli effetti devastanti sui malcapitati soldati, piaghe, cecità, infezioni diffuse e morte, indussero gli Stati a inserire, nella Convenzione di Ginevra del 1925, il divieto del suo uso in guerra. Nel frattempo il gas era stato utilizzato anche in altre occasioni, da diversi altri Stati.

     Durante le Seconda Guerra Mondiale, anche in Italia, nel 1943 nel porto di Bari, un bombardamento colpì una nave alleata contenente sostanze chimiche e l’iprite che si liberò causò l’avvelenamento e la morte di qualche migliaio di civili e soldati presenti nel porto.

Un libro di Francesco Morra, autore anche di un documentario per “La Grande Storia” di RAI 3, ripropone cosa effettivamente accadde nel cosiddetto “disastro di Bari” del 1943.

Per saperne di più: Top Secret: Bari 2 dicembre 1943, video-documentario su youtube.

     Purtroppo la chimica è stata utilizzata come arma bellica anche in seguito, fino agli ultimi decenni: si pensi all’utilizzo in Vietman del napalm (acronimo di naftenico e palmitico), una miscela di sali di alluminio ottenuta da acidi naftenici e acidi grassi, come materiali incendiari (storica l’immagine presente anche in rete della bambina nuda, ustionata, che fugge per strada insieme ad altri bambini); oppure all’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito, che tanti danni hanno causato anche nella guerra che ha devastato e smembrato la ex Jugoslavia. Del resto anche il pretesto del possesso (rivelatosi falso) di eventuali armi chimiche di distruzione di massa è stata la “motivazione ufficiale” della guerra in Iraq e della conseguente ulteriore destabilizzazione di tutta l’area Mediorientale.

     La chimica ha permesso di produrre materiali, sostanze e farmaci ormai indispensabili e non saranno questi episodi di cattiva gestione a sminuirne l’importanza. Ma non bisogna ignorarli. Credit immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/Iprite