Rubata la storia della Scienza

     I furti di reperti archeologici o di opere d’arte sono stati sempre frequenti in Italia. Meno frequenti erano i furti di libri rari, ma alcuni personaggi hanno pensato di rimediare a questa “statistica” ricercando  e rubando migliaia di testi preziosi.

     Una segnalazione ai Carabinieri di alcuni mesi fa evidenziava la presenza di libri rari e di origine “sospetta” sul mercato delle aste internazionali, frequentate da collezionisti e mercanti di varie parti del mondo. Così sono stati recuperati qualche migliaio di volumi provenienti da “furti” nella prestigiosa Biblioteca dei Girolamini di Napoli, aperta al pubblico nel lontano 1586, ricca di circa 170.000 opere. Per antichità è la seconda d’Italia, dopo quella dei Malatesta di Cesena. I volumi mancanti sarebbero alcune migliaia ma la scomparsa o distruzione (non si sa) di una parte del catalogo non consente di conoscere il numero esatto e tutti i titoli dei volumi sottratti. Considerando solo alcuni dei testi più antichi di cui è stata accertata la scomparsa da parte dei Carabinieri e dalla Magistratura napoletana, si rimane stupiti dai titoli. Alcuni dei volumi sono stati sottratti anche alla Biblioteca Nazionale della città e dalla biblioteca della storica Abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto da Norcia nel lontano 529, più volte distrutta (l’ultima volta dai bombardamenti alleati nel 1944) e altrettante volte ricostruita. 

     Qualche esempio ci fornisce un’idea del valore storico delle opere sottratte. Sono state trafugate: A) una prima edizione del “Sidereus Nuncius” di Galileo Galilei del 1610, in cui il padre del metodo scientifico annunciava al mondo le scoperte effettuate (la superficie lunare, la scoperta dei “pianeti medicei” o satelliti di Giove, ecc.) con le prime osservazioni col cannocchiale (definito “cannone occhiale”) da lui stesso costruito nel 1609, suscitando stupore e sbigottimento sia negli uomini di scienza che in quelli di religione. B) un kalendarium in pergamena stampato nel 1476 a Venezia, dell’astronomo Regiomontano. C) Il manoscritto “De re medica” del XIII secolo, di Guglielmo da Saliceto. D) “Le operazioni del compasso geometrico”, ancora di Galileo, stampato nel 1601. E) Una Divina Commedia di Dante, stampata nel 1500. F) Un antico volume di “Scienza Nuova” di Giambattista Vico [ricordo con piacere la  sua casa natale, nella caratteristica via San Biagio dei Librai, a Napoli], con note manoscritte dell’autore. G) L’”Utopia” di Thomas More del 1516. H) “Astronomia Nova” di Giovanni Keplero, un trattato del 1609 in cui il grande scienziato espone i risultati dei suoi studi (basati anche sui precisi calcoli effettuati  dall’astronomo danese Tycho Brahe che lo aveva preso come suo assistente) ed enuncia due delle sue celebri leggi sul moto dei pianeti. I) Le “Opere” di Aristotele, pubblicate da Aldo Manuzio nel 1495. L) Il “De rebus gestis” ancora di Giambattista Vico, del 1715.

     Ma la razzia, messa in atto non da sbandati o poveracci ma da “colletti bianchi”, comprende anche opere di Giordano Bruno, Tommaso D’Aquino, Leon Battista Alberti e altri. Come si fà a non indignarsi?

     Alla collettività si ruba di tutto e spesso, in vari modi, si nega ai giovani il diritto alla conoscenza, alla cultura, all’istruzione, alla storia, alla Scienza.

Se i collezionisti bramano in modo maniacale il possesso delle opere, i personaggi che progettano e poi eseguono o fanno eseguire questi furti hanno come unica passione il denaro e mostrano un sommo disprezzo per la collettività.

Per saperne di più: http://www.huffingtonpost.it/2013/10/25/furto-biblioteca-girolamini_n_4162267.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/28/saccheggio-dei-girolamini/694655/

http://it.wikipedia.org/wiki/Biblioteca_dei_Girolamini

http://montecassinoabbey.org/ 

     Nelle immagini: una sala della bella Biblioteca dei Girolamini; il frontespizio del Sidereus Nuncius, 1a edizione 1510; frontespizio di Scienza Nuova, edizione del 1744.