I raggi cosmici

  

Abbiamo già parlato di radiazioni elettromagnetiche. Tra queste ci sono le radiazioni luminose con una lunghezza d’onda compresa tra 0,4 e 0,7 μm (micrometri) che, pur essendo solo una piccola parte delle radiazioni totali, sono fondamentali per la vita. Sulla Terra però arriva un’altra tipologia di raggi, detti "raggi cosmici" o "radiazione cosmica", ad alta energia, già ipotizzati da Victor Franz Hess (1883-1964) nell’estate del 1912 quando, facendo salire elettroscopi ad alta quota, fino a 5000 m con un pallone aerostatico, notò una ionizzazione spontanea crescente dei gas all’aumentare della distanza dalla superficie terrestre. Hess scrisse che ciò si poteva spiegare "supponendo che una radiazione di grandissimo potere penetrante entri dall’alto nella nostra atmosfera". Successivamente un altro fisico, Werner Kolhörster (1887-1946) ripeté gli esperimenti di Hess raggiungendo altitudini maggiori e ottenne gli stessi risultati. L’espressione "raggi cosmici" che indica questi tipi di radiazioni venne coniata dal fisico statunitense Robert Andrews Millikan (1868-1953). L’idea di Hess che la ionizzazione fosse prodotta da raggi provenienti dallo spazio ottenne la prova decisiva proprio da Millikan con un gruppo di esperimenti realizzati tra il 1923 e il 1926. Secondo il fisico italiano Bruno Rossi (1905-1993), i raggi cosmici sono "il grido di nascita degli atomi che venivano creati continuamente nello spazio[1]". Venne poi affrontato il problema della costituzione e del potere penetrante di questi raggi: alcuni di essi riuscivano ad attraversare uno spessore di 1 metro di piombo! Per questo dovevano essere costituiti da energie molto elevate.

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